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giovedì 19 giugno 2008

Marina Ripa di Meana - Nuda per bendeficienza

"Troppo facile farsi fotografare a 20, 25, 30 anni... Mi sono ridotta i capezzoli più di 30 anni fa in Brasile e da allora non ho fatto più niente al mio corpo. Penso che nelle pieghe, nel cedimento di un muscolo si nasconda una verità: c’è un corpo che parla e che può essere anche molto attraente. Mentre un corpo super patinato, levigato, non è diverso dai manichini che vedi esposti nei grandi magazzini".
Marina Ripa di Meana - Fonte: Pupia

Questa è una delle rare, rarissime volte in cui proprio devo dire qualcosa. Per carità, altri argomenti ce ne sarebbero, e tanti: basta pensare alla politica. Ma, appunto, si tratterebbe di politica e non di spettacolo: sulla politica si dicono fiumi di parole. E comunque, anche nel caso della 66enne nuda, si può dire che si stia parlando di politica. E costume. La questione è questa: se dovessi fare soldi per la ricerca sul cancro, cercherei di ottenere più soldi possibile. E non credo che mi lancerei sulla strada delle ultrasessantenni nude. No no. Se proprio avessi il rifiuto della nudità femminile di 20, 25, 30 anni, allora forse sceglierei qualche altro genere di soggetto. Che ne so, forse farei davvero un calendario utilizzando i manichini dei grandi magazzini, magari addirittura nudi. Oppure potrei creare delle "scene" con i manichini, scene che riproducono vari momenti della vita sociale: la spesa al supermercato, la rapina in banca, la fila alla posta, e così via, uno per mese. E, per la foto del mese di dicembre, chiederei di poter fotografare l'aula del senato con i manichini al posto dei senatori. Ecco, una cosa così. Ma la Marina nuda no.

Santa pazienza, non voglio essere moralista, ma qui si sta perdendo di vista il senso delle vita, il giusto ordine delle cose. Tutti questi ultrasessantenni che si rifiutano di invecchiare, e giù viagra e tette al vento. Come se il passare del tempo non esistesse: mani sugli occhi e cicca cicca bum, non ti sento, non ti sento, gna gna gna! E smettetela di fare i bambini! La vita è questa: si nasce, si cresce, si vive, si muore. Punto. E già sarebbe un successo arrivare ad una qualsiasi conclusione, all'atto della morte: un pensiero profondo, una convinzione e magari la consapevolezza di aver reso la propria vita "utile" per le vite che verranno. Tutte le vite. Non solo quella dei figli, ma anche quella dei nipoti, e dei nipoti dei nipoti. Una vita prioettata nel futuro dell'umanità. Questo dovrebbe essere. E non tutte le minchionate che ci dobbiamo bere dal mattino alla sera: la nonna nuda, i senatori che si sputano in aula, sindaci che spengono il microfono a chi sta per parlare, ecc. Sono tutti dei bambinoni, dei bamboccioni. E giocano con la vita di quelli nati dopo di loro. Che tristezza. "Mi sono ridotta i capezzoli": brava. Ci voleva sicuramente. "Penso che nelle pieghe, nel cedimento di un muscolo si nasconda una verità: c’è un corpo che parla...": se lo ascolti bene dice che la devi fare finita di prendere in giro te stessa e gli altri. "...e che può essere anche molto attraente.": ok, e adesso dimmi per chi. "Voglio trovare undici signore pronte a mettersi a nudo al fine di raccogliere fondi per sostenere la ricerca contro il cancro, altrimenti sarò costretta a posare io per tutti i dodici mesi.": nientemeno. Oh, poverina! Tutta questa fatica qua. Ma io dico, signori, le avete viste le foto concesse, credo, "in anteprima" e che ritraggono l'avvenente nonna? E avete presente uno di quei manichini levigati dei grandi magazzini? Bene. Mi sapreste dire quale differenza c'è, oltre naturalmente al fatto che il manichino non ha potuto scegliere?


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